tag:blogger.com,1999:blog-58598071733177184292024-03-13T03:39:53.683+00:00non calpestare i palmipedonianche le ostriche erano curiose...guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.comBlogger67125tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-71829006032181550672023-06-27T08:56:00.004+01:002023-06-27T13:18:36.830+01:00Fruits Basket<p>Avevo visto l'anime anni fa, salvo poi scoprire che era stucchevole, poco fedele al manga e col finale troncato. Non mi aveva fatto impazzire. Ma dicono che "tra gli shojo non puoi perderti Fruits Basket" e allora quando ho scoperto che nel 2019 è stato rifatto l'anime, fedele al manga e completo di finale, mi ci sono tuffata. SPLASH.</p><p>Bene, <b>genere introspettivo <i>all'ennesima potenza</i></b>. Nel senso che i protagonisti non fanno che analizzare e autoanalizzarsi, con ragionamenti e pensieri contorti, complessi, ricchi di analogie, molto poetici (ma a volte, finito il ragionamento... "eh?").</p><p>Però c'è anche un po' di <b>magia</b>, che non guasta. </p><p>12 persone (che alla fine sono 14), sono colpite da una maledizione centenaria, che in determinate situazioni li fa trasformare in un animale dello zodiaco cinese.<br />Nello specifico: quando sono abbracciati da una persona del sesso opposto, oppure quando stanno male e sono deboli/in difficoltà.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://cdn.vox-cdn.com/thumbor/FQRA6XFZA2PjieEMjWk-mJ-_snI=/0x0:1920x1080/1200x0/filters:focal(0x0:1920x1080):no_upscale()/cdn.vox-cdn.com/uploads/chorus_asset/file/19950982/S1E1_2019__270_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="216" src="https://cdn.vox-cdn.com/thumbor/FQRA6XFZA2PjieEMjWk-mJ-_snI=/0x0:1920x1080/1200x0/filters:focal(0x0:1920x1080):no_upscale()/cdn.vox-cdn.com/uploads/chorus_asset/file/19950982/S1E1_2019__270_.jpg" width="384" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="text-align: left;">Queste persone fanno tutte parte della potente famiglia Sohma e vivono dentro il perimetro della loro enorme tenuta... tranne pochi, che vivono all'esterno (con ragioni che si scoprono verso il finale).</span></div><p>Una ragazza, <b>Tohru</b>, orfana, tontolona, molto sfortunata e tanto gentile da diventare stucchevole, viene in contatto con alcuni componenti della famiglia che vivono all'esterno, i quali, data la sua sfortunata condizione, decidono di ospitarla da loro.<br />Tohru verrà prestissimo a conoscenza del loro segreto, e si legherà profondamente con molti di loro (in particolare il gatto e il topo, ma a seguire anche altri personaggi).</p><p>Ben presto si capisce che Tohru ha un ruolo importante e fungerà da veicolo per la rottura della maledizione.</p><p>Piano piano, oltre al gatto e al topo (e al cane, che li ospita), vengono fuori tutti i personaggi legati alla maledizione, tra cui <i>kami-sama</i>, il Dio a cui tutti gli animali sono legati dal destino, legame che non possono spezzare. <br /><b>Kami-sama (aka Akito)</b> è il vero cattivo della storia, carnefice ma al contempo vittima.<br />Divorato dalla solitudine, tiene legati a sé i 12 segni con ricatti fisici e psicologici, sfruttando il loro legame intrinseco. <br />...ma in realtà sarà lui il vero "cattivo"?</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://i0.wp.com/www.crowsworldofanime.com/wp-content/uploads/2020/06/Fruits_Basket-Season-2_Episode-10-Figure04.jpg?fit=1920%2C1080&ssl=1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="211" src="https://i0.wp.com/www.crowsworldofanime.com/wp-content/uploads/2020/06/Fruits_Basket-Season-2_Episode-10-Figure04.jpg?fit=1920%2C1080&ssl=1" width="374" /></a></div><p>Sarò onesta, la prima serie mi ha annoiato. Ma poi dalla penultima puntata ha iniziato a prendermi, e la seconda e terza serie le ho divorate.</p><p>Come tutte le storie di questo genere, è una storia di formazione. I personaggi crescono, diventano consapevoli di sé, dei loro sentimenti, del loro esistere al di fuori della maledizione. L'amore, l'amicizia, l'affetto sincero, salvano i protagonisti da una vita distruttiva, fatta di costrizioni e di finti legami.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://i.ytimg.com/vi/zqjxnW8ZePE/maxresdefault.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="206" src="https://i.ytimg.com/vi/zqjxnW8ZePE/maxresdefault.jpg" width="367" /></a></div><p><b>C'è molto molto </b><i><b>dramma</b> </i>in questo anime. Ci sono genitori cattivi, cattivissimi, che ripudiano i figli. Ci sono amori malati e violenti. Ci sono storie di autolesionismo e di traumi (forse) insanabili.</p><p>Insomma, non è leggero.</p><p>Però il climax è forte, i disegni sono belli (le animazioni invece così così) e la maledizione dello zodiaco è intrigante, ti spinge a volerne sapere di più (e per un quadro completo dovrai aspettare il finale).</p>guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-41316721892647144152018-02-19T13:52:00.005+00:002023-06-07T09:07:13.727+01:00InuyashaBen <b>193 episodi</b>, per un totale di quasi 65 ore di appassionata visione, valgon bene una recensione.<br />
Inuyasha è una serie che avevo in cantiere da qualche anno, iniziata e abbandonata, ma ora sono finalmente e felicemente riuscita a completarla.<br />
La serie (by Rumiko Takahashi) è ad oggi il suo lavoro più lungo e mescola tante caratteristiche che hanno reso grandi altre sue serie.<br />
<br />
Gli ingredienti, quelli buoni, ci sono tutti:<br />
<ul>
<li>atmosfere fantasy, legate al folklore e alla cultura giapponese</li>
<li>magia</li>
<li>tanta, tanta azione</li>
<li>un bel pizzico di romanticismo</li>
<li>personaggi interessanti e ben caratterizzati</li>
<li>costumi fantastici ❤</li>
</ul>
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E, dulcis in fundo, l'ingrediente più importante: la <b>coerenza narrativa</b>!</div>
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Chi come me è appassionato di anime sa bene come funzionano queste cose. Gli anime rincorrono il manga e, soprattutto nelle serie molto lunghe, tendono a partire per la tangente, spesso prendendo strade alternative e perdendo totalmente il filo. Ma Inuyasha no: non perde il filo, non spezza il ritmo, si fa vedere fino in fondo. </div>
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<b><u>La trama, in soldoni.</u></b></div>
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La storia è complicata ma tutto sommato si può dire che ruoti interamente attorno a un oggetto:</div>
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La <b>sfera dei quattro spiriti</b>. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSybR3IonEtZyJ5WbwUIHyGcvzCBCrX5rdSoQ5OUaEbg8uXDptEIp-cGQVsQgcwZujCMP0&usqp=CAU" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="173" data-original-width="291" height="173" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSybR3IonEtZyJ5WbwUIHyGcvzCBCrX5rdSoQ5OUaEbg8uXDptEIp-cGQVsQgcwZujCMP0&usqp=CAU" width="291" /></a></div>
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Una ragazza dei "giorni nostri" (<b>Kagome</b>) si ritrova catapultata in pieno medioevo con la missione di recuperare i frammenti della suddetta sfera (da lei stessa rotta) in compagnia di un mezzo-demone cane (<b>Inuyasha</b>, per l'appunto).</div>
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La serie è quindi un eterno viaggio attraverso i boschi medievali, in cerca di questi frammenti, recuperati con fatica attraverso difficili e sanguinose lotte con i nemici, per lo più demoni malvagi.</div>
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Il gruppo, inizialmente composto dai due, si allargherà con altri "disadattati" recuperati per strada. Un giovanissimo demone volpe (<b>Shippo</b>) che si è ritrovato orfano di genitori. Un monaco buddista un po' pervertito (<b>Miroku</b>), che è stato colpito - fin dalla nascita - da una potente maledizione. Una sterminatrice di demoni (<b>Sango</b>) che perde in un colpo solo tutto il suo popolo e la sua intera famiglia e si ritrova quindi senza nessuno al mondo.</div>
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<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSM8vg9ZxFYluKvMmQOhGBqct0E2j4SCXu5RW9n5qznAvrAoXSa4A" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="188" data-original-width="269" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSM8vg9ZxFYluKvMmQOhGBqct0E2j4SCXu5RW9n5qznAvrAoXSa4A" /></a></div>
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Tutte queste persone si ritrovano a viaggiare insieme, unite dal vero grande nemico comune della serie: il potente demone <b>Naraku</b>. È infatti lui il vero responsabile di tutte le disgrazie che hanno colpito i protagonisti, compreso Inuyasha.</div>
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Quest'ultimo, infatti, 50 anni prima, era stato separato dalla sua amata (la sacerdotessa <b>Kikyo</b>) con un inganno ordito proprio da Naraku.</div>
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Naraku naturalmente brama alla sfera per rendersi sempre più forte e potente. E il gruppo decide di stare assieme e unire le forze per vendicarsi ed eliminare quindi il nemico comune.</div>
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<b>Un "viaggio" di formazione</b></div>
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La psicologia dei personaggi è importantissima e non è solo ciò che rende più "credibile" ed efficace la storia, ma anche il motore di tutti gli avvenimenti. I personaggi vagano in cerca di risposte e durante il viaggio crescono capendo meglio se stessi e gli altri.</div>
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Inuyasha, ad esempio, ha una bella complessità emotiva. È figlio di un potentissimo demone cane e di una donna umana, e la condizione di "mezzo-demone" gli pone davanti un conflitto interiore importante: sono un demone o un essere umano?</div>
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<a href="https://i.ytimg.com/vi/TpIQ5hPPFwM/maxresdefault.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://i.ytimg.com/vi/TpIQ5hPPFwM/maxresdefault.jpg" width="320" /></a></div>
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Il conflitto ha origini sociali e ambientali ed è profondamente legato a suo fratello maggiore, demone completo, Sesshomaru. Quest'ultimo non fa che fargli pesare la sua natura "doppia" e quindi debole e non gli permette di identificarsi con nessuna delle due categorie. Il vero "viaggio" di Inuyasha sarà verso la propria consapevolezza e la propria accettazione.</div>
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Lo stesso vale per <b>Sesshomaru</b>, glaciale (e <i>fighissimo </i>😍) fratello maggiore del protagonista. Nulla sembra scalfirlo, eccetto il fatto che suo padre abbia lasciato a Inuyasha (e non a lui) l'eredità più importante, ovvero la potente spada "Tessaiga", ricavata da una sua zanna.</div>
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Al posto di Tessaiga ha avuto in eredità "Tenseiga", una spada taumaturgica, che può salvare vite ma non può ferire il nemico. Il viaggio di Sesshomaru va verso la meta finale, ovvero la comprensione di questa scelta del padre e la relativa accettazione del fratellino mezzosangue.</div>
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<a href="https://pre00.deviantart.net/f235/th/pre/f/2015/152/f/4/sesshomaru_x_youkai_reader__inuyasha__by_zznightdiamonzz-d8vocne.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://pre00.deviantart.net/f235/th/pre/f/2015/152/f/4/sesshomaru_x_youkai_reader__inuyasha__by_zznightdiamonzz-d8vocne.jpg" width="320" /></a></div>
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Infine <b>Naraku</b>, il potente cattivo demone antagonista. Durante lo svolgersi dei fatti non ci si può non chiedere cosa vuole veramente questo personaggio, perché agisce in quel modo, cosa desidera nel profondo. Ma bisognerà attendere tutta la serie per capirlo, e le ragioni sono profondamente "umane".<br />
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<a href="https://i.pinimg.com/736x/ca/42/1a/ca421abd4673f7e89e013f82f0884a5a--inuyasha-cosplay-inuyasha-anime.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="500" height="240" src="https://i.pinimg.com/736x/ca/42/1a/ca421abd4673f7e89e013f82f0884a5a--inuyasha-cosplay-inuyasha-anime.jpg" width="320" /></a></div>
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<b>Il senso del viaggio</b></div>
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Ci sarebbe tanto da approfondire ma non voglio scrivere un manuale, per cui mi fermo qui. </div>
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Rimane chiaro che, nella storia, il motore di tutto è <b>l'amore</b>.</div>
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È ciò che fa muovere ogni cosa, ciò che crea il caos e poi lo riordina. È ciò che genera la forza demoniaca, ma anche ciò che la placa. È ciò che ci spinge a muoverci, a evolverci, a cambiare.</div>
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L'amore verso un uomo o una donna, l'amore verso i propri familiari, l'amore verso i propri amici e - non ultimo - l'amor proprio. *</div>
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<a href="https://vignette.wikia.nocookie.net/inuyasha/images/9/94/Inuyasha_Kagome_reunited.jpg/revision/latest?cb=20160418065938" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://vignette.wikia.nocookie.net/inuyasha/images/9/94/Inuyasha_Kagome_reunited.jpg/revision/latest?cb=20160418065938" width="320" /></a></div>
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<span style="font-size: x-small;">* cit. my husband, che ringrazio per l'aiuto quotidiano nell'interpretazione della vita e nella comprensione di ciò che è veramente importante ❤❤</span></div>
guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-70330756606237904122015-04-01T11:17:00.000+01:002015-04-01T11:20:16.146+01:00L'uomo TigreDopo 3 mesi di maratona Uomo Tigre mi sento di fare una (relativamente) breve recensione, perché la visione mi ha lasciato sensazioni contrastanti (che variano dal sonno, all'ansia, allo shock).<br />
Cominciamo con il dire che - se presa nel suo insieme - la serie è estremamente <i>noiosa</i>. Ma tanto, perché sono 105 episodi, la maggior parte dei quali non succede assolutamente niente.<br />
Qui si concentra uno dei problemi principali della serie: <b>la distribuzione della tensione</b>. Si passa da 1000 a 0 con una <i>nonchalance </i>che raramente ho visto in altre serie<br />
<br />
La serie parte bene, anzi benissimo. Naoto (il protagonista, a.k.a. l'uomo tigre) compare sulla scena fresco fresco di "Tana delle tigri" (l'organizzazione criminale che l'ha allenato) e affronta una serie di incontri sanguinosi e <i>violentissimi</i>. Gli incontri sono di "lotta giapponese", che poi è wrestling. Ma non quello finto che siamo abituati a vedere, qui parliamo di lotta vera.<br />
Incontri violentissimi, dicevo. Cioè, dimentichiamoci la violenza edulcorata di Ken Shiro, lì c'erano capocce che esplodevano ma non si vedeva poi più di tanto. Qui invece ci sono dita negli occhi con sangue che sgorga, gambe e schiene spezzate, teste frantumate contro dei pali, tavoli rotti e acuminati scaraventati in faccia, etc.<br />
<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-OsJkTj4XFiM/VRvDlObWVNI/AAAAAAAAA9s/fzi1D-2fSss/s1600/4ozhnok.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-OsJkTj4XFiM/VRvDlObWVNI/AAAAAAAAA9s/fzi1D-2fSss/s1600/4ozhnok.jpg" /></a></div>
<br />
Poi succede qualcosa, ovvero l'uomo tigre riprende contatto con l'orfanotrofio in cui è cresciuto. Da quel momento diventa buono per diventare di esempio ai ragazzi dell'orfanotrofio di cui lui è l'idolo e - diciamocelo - da quel momento inizia piano piano <b>la svolta noiosa</b> della serie.<br />
L'uomo Tigre diventa buono, diventa uno che rispetta le regole. Entra nell'associazione di lotta giapponese e si allena con Baba e Inoki. Che sono lottatori realmente esistiti (per molti sarà un'ovvietà, ma quando l'ho scoperto io la reazione è stata di estremo stupore, tanto da spingermi alla visione di reali combattimenti).<br />
<br />
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-TEny1L1SBwg/VRvEvH9YsAI/AAAAAAAAA-Q/4lEsk5X357o/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-TEny1L1SBwg/VRvEvH9YsAI/AAAAAAAAA-Q/4lEsk5X357o/s1600/images.jpg" /></a></div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-YYrKeRrlwkY/VRvEt1Gk2HI/AAAAAAAAA-M/emH_EdcLKXI/s1600/baba_giant.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-YYrKeRrlwkY/VRvEt1Gk2HI/AAAAAAAAA-M/emH_EdcLKXI/s1600/baba_giant.jpg" /></a></div>
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Ok torniamo a noi. L'uomo Tigre diventa buono ma rimane intrappolato nella continua <b>lotta tra il bene e il male</b>.<br />
Il bene: l'onestà, l'integrità, il rispetto delle regole, il rispetto della vita (ovvero il nuovo se stesso).<br />
Il male: i soldi come fine ultimo, la violenza, la vendetta (ovvero la tana delle tigri e il vecchio se stesso).<br />
L'uomo Tigre / Naoto continua a combattere tra il bene e il male, cioè tra il nuovo e il vecchio se stesso. Non si tratta solo di una lotta contro terzi, perché il male è anche dentro di lui, quindi la faccenda assume contorni psicologici importanti.<br />
L'uomo tigre è un antieroe.<br />
Fa incubi, un sacco di incubi.<br />
Ha paura dei suoi avversari, pensa alla sconfitta.<br />
A volte cede e torna il vecchio se stesso.<br />
Quando sbaglia scappa per non dover affrontare i suoi errori.<br />
<br />
La serie si snoda tutta attorno a questo cardine. <b>Dietro alla maschera</b> c'è un uomo in totale angoscia. Che ti fa simpatia, perché in fondo è reale. Vuole essere buono e vuole dimostrare che vivendo onestamente si può vincere comunque. Ogni tanto ce la fa, ogni tanto no, però ci prova sempre.<br />
Manda i soldi all'orfanotrofio e va a trovare i bambini facendo finta di essere debole. Fa niente se:<br />
- ha la stessa macchina dell'uomo tigre<br />
- ha la stessa giacca (sempre la stessa) rossa<br />
- ha la stessa voce e la stessa corporatura<br />
- è pieno di soldi che non si sa da dove vengono (una presunta eredità; ma non era orfano?)<br />
Ma soprattutto:<br />
- si presenta nell'orfanotrofio a turno con dei lottatori famosi che guardacaso sono suoi amici<br />
Nessuno tranne Ruriko (che gestisce l'orfanotrofio e ovviamente è innamorata di Naoto) capisce che lui è l'uomo tigre.<br />
Vabè ci sta, in fondo dopo 5 serie di Sailor Moon (che non aveva manco la maschera) questo posso accettarlo.<br />
<br />
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-8EnzzaDOwnU/VRvEtoB_enI/AAAAAAAAA98/VF30BLi64oY/s1600/16hjggh.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-8EnzzaDOwnU/VRvEtoB_enI/AAAAAAAAA98/VF30BLi64oY/s1600/16hjggh.jpg" height="246" width="320" /></a></div>
Torniamo alla cattiva distribuzione della tensione.<br />
Come dicevo, la serie parte in quarta. Poi va in folle e così rimane per qualcosa come un'ottantina di puntate.<br />
<b>La serie degli episodi inutili</b> si può riassumere così: Tigre va in giro per il Giappone/per il mondo a fare incontri e improvvisamente incontra dei soggetti sfortunati (orfani/poveri/invalidi/alcolizzati) che immancabilmente aiuta donando ingenti quantità di denaro.<br />
<br />
----ATTENZIONE! ACHTUNG! SPOILER etc etc----<br />
<br />
Il problema dell'uomo Tigre è <b>il finale</b>.<br />
Perché con tutte le premesse che ho fatto ci si aspetta che, dopo 105 puntate, il finale sia una cosa del genere:<br />
Uomo Tigre affronta il super mega boss / lottatore supremo della Tana delle tigri. Vince e sconfigge il male. Si manifesta a Ruriko e ai bambini dell'orfanotrofio e rivela la sua identità. Lui e Ruriko vivono felici e contenti. <br />
Ora, sull'ultimo punto<i> Lui e Ruriko vivono felici e contenti </i>in realtà non è che ci si conti più di tanto. Il punto è che Ruriko ha il sex appeal di un frigorifero, mentre Naoto non mostra il minimo interesse per l'universo femminile in generale, men che meno per Ruriko. Sul resto beh, un po' ti aspetti che sia così e che la morale sia: nella vita si può vincere anche comportandosi lealmente.<br />
<br />
Invece il finale è qualcosa che voi umani non potevate immaginare, ovvero <i>L'uomo Tigre finisce malissimo</i>. Non ricordo un finale più straziante di questo, e si che di anime ne ho visti in vita mia, con i finali più o meno terrificanti.<br />
Avete presente tutte le aspettative che elencavo sopra?<br />
Ecco, solo una si avvera, cioè Tigre vince contro il boss supremo.<br />
Il problema è <i>come </i>vince e come va a finire poi.<br />
L'incontro si può riassumere così: l'uomo tigre viene massacrato dall'avversario per almeno metà puntata. Dopo il massacro l'avversario pensa bene di togliergli la maschera (ah no pardon, di strappargliela dalla faccia). Dopodiché svariati, eterni secondi di silenzio (tensione e ansia a mille).<br />
Finalmente viene inquadrato Naoto, senza maschera. E qui avviene l'inaspettato: Naoto <i>impazzisce</i>. Nel senso letterale della parola, dà di matto. Inizia a ridere fortissimo e a piangere contemporaneamente. Poi corre verso il suo avversario e comincia a massacrarlo fino ad ucciderlo, con una ferocia inaudita. Persino Baba e Inoki cercano di intervenire, salendo sul ring in giacca e cravatta per cercare di tirarlo giù.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-dabkogwtTG4/VRvDVw8ZQaI/AAAAAAAAA9k/wAB7UYvazWM/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-dabkogwtTG4/VRvDVw8ZQaI/AAAAAAAAA9k/wAB7UYvazWM/s1600/images.jpg" /></a></div>
Dopo l'incontro, come da tradizione, scappa. Prende un aereo e ciao, chi s'è visto s'è visto. E la puntata finisce così.<br />
<br />
Per cui non si capisce come vada realmente a finire questa lotta tra il bene e il male. La tana delle tigri viene sconfitta assieme all'integrità dell'Uomo Tigre.<br />
Si può vincere comportandosi lealmente? Pare di no. Se il tuo avversario gioca sporco ti devi abbassare al suo livello.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-43201989148235976712012-07-17T13:27:00.000+01:002012-07-17T13:27:15.325+01:00La porta proibita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-8A8PL7zdagE/UAVZdxlxXBI/AAAAAAAAAyk/_pRSSP4Y4pE/s1600/La-porta-proibita.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-8A8PL7zdagE/UAVZdxlxXBI/AAAAAAAAAyk/_pRSSP4Y4pE/s1600/La-porta-proibita.jpg" /></a></div>
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<i>Dovunque ci si volta, il nuovo è deprimente, triste. Le vecchie città
hanno perso il loro fascino, sventrate come sono state per far posto a
nuove strade, nuove piazze. Ora le città della Cina, che un tempo
avevano ciascuna caratteristiche proprie, sono tutte uguali con la loro
"via della Liberazione", che incrocia "via della Bandiera Rossa", nella
solita "piazza del Popolo", dove un enorme ritratto di Mao domina uno
squallido vuoto. Al tramonto, tutto diventa buio e morto.</i><br />
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È un libro interessantissimo, secondo me indispensabile per chi vuole andare in Cina, oppure semplicemente vuole saperne di più. Attenzione però, preparatevi a mettere da parte tutti i vostri miti e il vostro immaginario su questo paese, perché la Cina, con la sua cultura millenaria, immensa ed estremamente affascinante, non esiste quasi più.<br />
Il regime comunista ha spazzato via (quasi) tutto e una visita in Cina è una lotta contro il tempo, perché oggi in quell'angolo c'è una splendida casa tradizionale, domani ci sarà un orrido casermone e con uno schiocco di dita una delle città più belle del mondo (Pechino) diventa un immenso teatro di desolazione.<br />
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Il libro è suddiviso in articoli, alcuni più leggeri, altri più difficili in quanto a sfondo economico. Ma tutti interessantissimi. Tra i capitoli che ho amato di più ci sono "La distruzione di Pechino" (come da titolo), che narra le vicende di questa città, che negli ultimi 60 anni è stata rasa al suolo, dopo essere stata per secoli l'orgoglio di tutti i cinesi e l'invidia di tutto il mondo.<br />
Gli argomenti spaziano dal Tibet (e la sua storia - tuttora - straziante), al tempio Shaolin (dove nacque il kung fu e il buddismo cinese, ora ridotto ad un "teatrino" in mano a burocrati e vecchi monaci), alle vicende personali di Terzani (la scuola "dell'erba profumata", frequentata dai suoi figli e la sua espulsione dalla Cina, che in certi tratti ricorda - pericolosamente!! - alcune scene di 1984 di Orwell).<br />
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Il libro è pervaso da un senso profondo di sconforto e impotenza, ed è difficile non chiedersi: ma che ci vado a fare io in Cina? Ci vado a fare la mia corsa contro il tempo, sperando che ci sia un filo di speranza per questo popolo che da molti anni resta in piedi, nonostante tutto.<br />
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<i>Il presidente Mao ha mutato il corso dei fiumi, ha spostato le montagne, ma non è riuscito a cambiare la forma della tartaruga.</i>guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-55499193760491823862012-06-19T22:29:00.000+01:002012-06-19T22:29:34.165+01:00La fine è il mio inizio<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-WpE5r5w9qTg/T-DlL--VnDI/AAAAAAAAAyA/Kes4olRwmSg/s1600/terzani.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-WpE5r5w9qTg/T-DlL--VnDI/AAAAAAAAAyA/Kes4olRwmSg/s320/terzani.jpg" width="216" /></a></div>
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<i>E una delle cose a cui tengo moltissimo è che tu capisca che quello che ho fatto io non è unico. Io non sono un'eccezione. Io questa vita me la sono inventata, e mica cento anni fa, ieri l'altro. Ognuno la può fare, ci vuole solo coraggio, determinazione, e un senso di sé che non sia quello piccino della carriera e dei soldi; che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è tutta qui attorno a noi. Vorrei che il mio messaggio fosse un inno alla diversità, alla possibilità di essere quello che vuoi. Allora, capito? È fattibile, fattibile per tutti. Fare una vita, una vita. Una vera vita, una vita in cui sei tu. Una vita in cui ti riconosci.</i><br />
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Un'autobiografia, un manuale di storia, una guida di viaggio, una guida spirituale.<br />
Il "viaggio" della vita come l'ho sempre sognato.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-17920507224231273922012-05-24T14:37:00.000+01:002012-05-27T18:57:21.516+01:00La ragazza che danzava per Mao<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-2QpBAIG_8n8/T7451YcyqSI/AAAAAAAAAqU/_U2gy50Lpbc/s1600/9788831733229.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-2QpBAIG_8n8/T7451YcyqSI/AAAAAAAAAqU/_U2gy50Lpbc/s320/9788831733229.jpg" width="213" /></a></div>
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I libri di Ciu Sciaolong (o Qiu Xiaolong, per chi non ama le traslitterazioni fatte in casa) sono accoglienti. Alcune pagine ti fanno proprio sentire a tuo agio, in pace, sdraiato sul divano, con una tazza di tè fumante e del buon <i>dim sum</i>. Forse mi fanno questo effetto perché l'oriente è parte di me (e quindi un po' è casa), ma indubbiamente questo autore cinese ha il pregio di accorciare le distanze (che nel mio caso sarebbero di circa 8000 chilometri, o forse più).<br />
Questi libri a mio parere sono imperdibili per chi è affascinato dalla Cina (e forse ancor più per chi non lo è), perché ti aprono una finestra piacevolissima su un mondo di cui obiettivamente noi occidentali non sappiamo niente (e di cui il più delle volte non ci frega niente). E così scopri che i cinesi vivono in "minuscoli spazi vitali", che Mao per alcuni è ancora un culto e che la cultura del cibo che hanno loro noi ce la sognamo.<br />
E poi c'è il giallo. Che è un po' lento e a tratti un po' noioso. E suona davvero solo come un pretesto, per poter raccontare di Shanghai, dei poveri che ci vivono, dei ricchi che ci vivono, dei politici, del cibo, delle contraddizioni enormi di un paese enorme.<br />
Da leggere, insomma.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-16405091224508655902012-03-02T18:40:00.001+00:002012-03-02T18:40:23.158+00:00Orgoglio e pregiudizio<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="http://www.bookrepublic.it/static/covers/r_product/9788858601990.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.bookrepublic.it/static/covers/r_product/9788858601990.jpg" width="208" /></a></div>
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<i>Vanity and pride are different things, though the words are often
used synonymously. A person may be proud without being vain. Pride
relates more to our opinion of ourselves, vanity to what we would have
others think of us. </i><br />
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La cosa più sorprendente di questo romanzo è che ha 199 anni. E non è che non si sentano, perché obiettivamente si parla di un mondo che non esiste più, cioè l'alta società inglese di primo Ottocento. Ma nel ritmo, nei dialoghi e nella distribuzione della tensione, io questa distanza non l'ho sentita per niente.<br />
Mi è piaciuto per diversi motivi. La storia è banale, un ragazzo e una ragazza che si odiano, si fraintendono e poi si amano. Ma dietro questa banalità ci sono dei dialoghi splendidi, pieni di ironia e intelligenza, che da soli tengono in piedi tutta la storia. Le descrizioni sono pressoché inesistenti, eppure i luoghi, i volti, gli abiti, tutto quanto si materializza nella mente.<br />
E poi c'è Darcy, il personaggio letterario maschile più affascinante che abbia mai incontrato, il principe azzurro enigmatico, fascinoso, ambiguo, che fa penare ma non si può non amare.<br />
Impossibile non innamorarsi di Darcy, impossibile non innamorarsi di questo libro.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-34523808072654800092012-02-08T21:02:00.001+00:002012-03-02T18:45:38.132+00:00La cavalcata dei morti<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
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<a href="http://mybestjeans.it/images/stories/la-cavalcata-dei-morti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://mybestjeans.it/images/stories/la-cavalcata-dei-morti.jpg" width="204" /></a></div>
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<i>La gente dice che hanno il diavolo in casa. Qui è come dappertutto: ci sono tante teste vuote che fanno presto a riempirsi di qualunque cosa, possibilmente il peggio. È quello che tutti preferiscono, il peggio. Ci si annoia talmente. </i><br />
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Mi sto rendendo conto solo ora che sono ben 2 anni che non leggo un libro di Fred Vargas e in due anni si fa a tempo a dimenticarsi molte cose.<br />
E l'autrice trascura questo particolare, con continui riferimenti a personaggi e situazioni dei romanzi precedenti che io ricordo ma non abbastanza per apprezzare il richiamo ricorrente, con conseguente irritazione (ma dove sono gli espedienti letterari fatti apposta per questo scopo?!).<br />
Al contrario il "giallo" non mi è parso per niente nuovo, mi sembrava di rileggere situazioni e dialoghi di romanzi precedenti, mescolati tra di loro ad arte: l'omicidio in campagna, il delitto parigino parallelo (che fa solo da sfondo), gli gendarmes di provincia, il ristorante/bar dove si incontrano tutti. Con tuttavia un po' di carattere in meno.<br />
Léo, il personaggio più intrigante, poteva essere un buono spunto per far decollare il romanzo, tuttavia rimane solo il potenziale, e stop.<br />
Poi c'è la mitologia, immancabile, intrecciata al folclore francese, che si fa forte e reale nelle campagne, così reale che quasi la puoi toccare. E forse questa è la parte più felice del romanzo: la "schiera furiosa", l'armata dei fantasmi giustizieri. E ancora una volta ci si chiede: come farai Fred questa volta a cavarti dell'impiccio? Come sgretolerai con la razionalità questo muro di leggende e superstizioni?guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-28437260910651090222010-12-14T17:26:00.005+00:002010-12-14T17:57:32.903+00:00Trilogia della città di K<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TQesi_znX-I/AAAAAAAAAks/3GRBF9g5X7E/s1600/trilogia_citta_k.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 306px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TQesi_znX-I/AAAAAAAAAks/3GRBF9g5X7E/s320/trilogia_citta_k.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5550594783000879074" /></a><br /><br />Quando: un arco di anni non bene precisato che ha inizio durante la seconda guerra mondiale.<br />Dove: una piccola città e una grande città dell'est europa.<br />Chi: due gemelli identici e simbiotici, dolcissimi e diabolici.<br />Cosa: la vita di due persone, raccontata attraverso gli occhi disincantati dei due protagonisti, dove la finzione si mescola con la realtà, fino a diventare irriconoscibile. <br />La strada verso la verità è lunga e tortuosa, e quando la si raggiunge ci si chiede se realmente ne valeva la pena... la letteratura in confronto ha un sapore così dolce!<br /><br /><span style="font-style:italic;">- Quello che mi interessa sapere è se scrive delle cose vere o delle cose inventate.<br />Le rispondo che cerco di scrivere delle storie vere, ma, a un certo punto, la storia diventa insopportabile proprio per la sua verità e allora sono costretto a cambiarla. Le dico che cerco di raccontare la mia storia, ma che non ci riesco, non ne ho il coraggio, fa troppo male. Allora abbellisco tutto e descrivo le cose non come sono accadute, ma come avrei voluto che accadessero.<br />Dice:<br />- Sì. Certe vite sono più tristi del più triste dei libri.<br />Dico:<br />- Proprio così. Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita. </span>guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-33127116337157984682010-08-09T22:00:00.003+01:002010-08-09T22:02:06.401+01:00Le perfezioni provvisorie<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TGBsxC4Q_1I/AAAAAAAAAkc/rFg9lGfyKsk/s1600/image.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 228px; height: 320px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TGBsxC4Q_1I/AAAAAAAAAkc/rFg9lGfyKsk/s320/image.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5503518334489001810" /></a>guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-40179229751094169352010-06-16T17:25:00.003+01:002010-06-16T17:33:51.812+01:00Ad occhi chiusi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TBj8hiO4jFI/AAAAAAAAAj0/LWunTAXVYyY/s1600/Carofiglio_libro03.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 224px; height: 320px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/TBj8hiO4jFI/AAAAAAAAAj0/LWunTAXVYyY/s320/Carofiglio_libro03.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5483410199378693202" /></a>guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-50915717657349398632010-04-27T17:39:00.005+01:002010-04-27T18:52:04.556+01:00Il giro di boa<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S9cTeSMXz5I/AAAAAAAAAjc/tNnFu7t6My8/s1600/girodiboa.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 234px; height: 320px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S9cTeSMXz5I/AAAAAAAAAjc/tNnFu7t6My8/s320/girodiboa.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5464858083838119826" /></a><br /><br />Mentre si legge un libro di Camilleri è difficile non identificare personaggi, luoghi e atmosfere con la serie TV (che è fatta davvero benissimo). <br />Perché leggere i romanzi quindi? Per un motivo molto semplice: c'è qualcosa che in TV inevitabilmente si perde, e questo qualcosa è l'incredibile impasto linguistico. È una meraviglia da leggersi, ed è efficace narrativamente: mescola siciliano e italiano, registri alti e bassi, e lo fa armoniosamente. Dalla lingua capisci tutto del personaggio che sta parlando: il suo livello socioculturale, la sua provenienza geografica... e i dialoghi sono così veri che li puoi materializzare davanti a te.<br />Questo capitolo della saga è un po' particolare, perché comincia con una riflessione politica riguardante i fatti del G8 di Genova; troviamo un Montalbano depresso e deciso a lasciare la polizia. Quando, all'improvviso, spunta un morto dall'acqua...guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-64083595011836664452010-04-19T14:49:00.003+01:002010-04-19T15:09:45.368+01:00Un luogo incerto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S8xgHtsl_XI/AAAAAAAAAjU/ZG9AteuFVAY/s1600/copj13.asp.jpeg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 306px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S8xgHtsl_XI/AAAAAAAAAjU/ZG9AteuFVAY/s320/copj13.asp.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5461846133735554418" /></a><br /><br />In un periodo in cui niente è certo, in cui tutto quello che leggi non ti convince, in cui lo scazzo e la stanchezza hanno preso il sopravvento, viene naturale aggrapparsi alle proprie certezze. Vargas è una di queste, non mi ha mai deluso.<br />Tranne forse questa volta. La detection è complicatissima, cervellotica, i personaggi ti sfuggono di mano (e alla fine, proprio come il protagonista, non capisci più chi sono). La curiosità ingrana lentamente, gli omicidi sono eccessivamente pulp (al limite dello splatter, sconsiglio prima e dopo i pasti).<br />Si salvano certi spunti, certe frasi, certi personaggi meravigliosi (Lucio e le sue massime, il medico Josselin e le sue mani magiche). Si salvano i colpi di scena su Adamsberg, i suoi segreti che sembrano essere infiniti, il tete a tete in riva al mare.<br />Ma questa volta l'autrice si è spinta un po' troppo oltre, non riuscendo a mantenere quella semplicità che normalmente regola il caos dei suoi romanzi.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-32852149703296108922010-03-22T10:37:00.002+00:002010-03-22T10:57:04.257+00:00Nei boschi eterni<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S6dIpRdYiFI/AAAAAAAAAjI/z-F0VQijU0w/s1600-h/nei__boschi_eterni_779.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 206px; height: 320px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S6dIpRdYiFI/AAAAAAAAAjI/z-F0VQijU0w/s320/nei__boschi_eterni_779.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5451405747853756498" /></a><br /><span style="font-style:italic;"><br />Le donne si rodono sempre il fegato. Perché gli piace fare il lavoro fino in fondo, capisci? Mentre gli uomini possono andare di qua e di là, e poi raffazzonare alla bell'e meglio, finire, o piantare tutto. Invece una donna, capisci, lei può star dietro alla stessa idea per giorni, mesi, e senza nemmeno farsi una birra.</span><br /><br />Quando ho preso in mano questo libro ho sentito subito una carica fortissima: la quarta di copertina era intrigante, la copertina inquietante, la storia si preannunciava complicatissima e ricca di eventi.<br />E così è stato: un'ombra si aggira per i cimiteri a dissotterrare corpi, dei cervi vengono brutalmente uccisi in Normandia e Adamsberg ha niente popò di meno che un fantasma assassino in casa! Per non parlare del nuovo poliziotto con i capelli multicolore che si aggira in commissariato, e di Camille, che sembra non provare più niente per il commissario, se non "cortese amicizia". Capire il nesso tra tutto gli eventi richiede pazienza al lettore, molte cose vengono buttate lì e il nervosismo cresce.<br />Le ultime 150 pagine le ho divorate, ma devo ammettere che rispetto al solito ci ho messo un po' ad ingranare... La storia ha un grosso potenziale, ma l'ho trovata un po' meno incisiva di altre: forse perché le aspettative sono sempre più alte, forse perché la traduttrice non è Yasmina Melaouah, che secondo me ha una mano particolarmente felice. Certe pagine ti tolgono il fiato, altre ti fanno innervosire, altre sembrano divagare. La distribuzione della tensione è più dilatata rispetto al solito, Adamsberg è sempre più inafferrabile e umano, il misticismo e l'occulto prendono il sopravvento.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-19860069931701825652010-03-10T16:48:00.004+00:002010-03-10T17:26:09.688+00:00Il banchiere assassinato<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S5fN4AjbKuI/AAAAAAAAAik/D2DPM0uVA8E/s1600-h/il+banchiere+assassinato.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 233px; height: 320px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S5fN4AjbKuI/AAAAAAAAAik/D2DPM0uVA8E/s320/il+banchiere+assassinato.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447048636432853730" /></a><br /><br /><span style="font-style:italic;">"Che cos'è un delitto, signor giudice, quando esso non sia passionale? È un'opera artistica! Un'opera perversamente, delinquenzialmente artistica! E per opera artistica m'intendo un componimento di fantasia, sobrio e conciso nella forma, equilibrato nei propri elementi costitutivi, serrato e logico, chiaro e armonioso, teso e vibrante."</span><br /><br />Un giallo molto ingenuo e semplice, forse niente di speciale. Ma è il primo di Augusto de Angelis, il padre del giallo all'italiana. Ed è bello vedere da dove tutto è cominciato!guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-54664357121776049982010-03-07T13:05:00.003+00:002010-03-09T15:24:08.669+00:00Sotto i venti di Nettuno<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S5Ok1CFiiXI/AAAAAAAAAic/uh5__ijXt8s/s1600-h/copj13.asp.jpeg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 313px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S5Ok1CFiiXI/AAAAAAAAAic/uh5__ijXt8s/s320/copj13.asp.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5445877605421189490" /></a><br /><br />Il giallo più introspettivo della serie di Adamsberg, dove il commissario, in pericolo e invischiato in situazioni estreme, è completamente messo a nudo.<br />E così tutte le sue imperfezioni e la sua umanità vengono fuori, sfatando il mito del commissario "perfetto", che non sbaglia mai e in cui la logica non prende mai il sopravvento.<br />Un giallo ambientato tra Parigi, Strasburgo e il Québec, in un turbine di eventi che ruotano nientemeno che attorno al commissario, il quale arriva a dubitare di se stesso e dei suoi più fidati (Danglard), cercando nuove alleanze e nuovi punti di riferimento.<br />Come al solito la storia è ricca di simbologia, e questa volta sono coinvolti Nettuno e il suo tridente, che uccide con furia vendicatrice, la simbologia cinese e il diavolo; ma la complessità dell'intreccio si contrappone alla semplicità dei personaggi, o meglio degli "aiutanti magici" dell'eroe in pericolo: gente genuina, che ragiona col cuore, e che fa tornare ad Adambserg, "lo spalatore di nuvole", fiducia nelle sue intuizioni, nelle sue divagazioni.<br />Meravigliosa la traduzione italiana di Yasmina Melaouah, che in questo frangente deve cimentarsi nel "quebecchese" e rende perfettamente l'idea di un francese che mescola parole vetuste e contaminazioni inglesi "moderne". <br />Naturalmente anche Camille fa la sua comparsa, con molte novità al suo seguito, e non mancano personaggi un po' forzati, come la vecchia hacker che aiuta il commissario nascosto nel suo "bunker" di Clignancourt. Forse Fred Vargas a volte si fa prendere la mano, ma la sua scrittura diventa sempre più forte e tagliente.<br />10 e lode.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-32373577637790102352010-03-03T17:23:00.002+00:002010-03-03T17:40:58.225+00:00Irlandese al 57%<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S46bSa2M9LI/AAAAAAAAAiU/-IDQhvKZdJ0/s1600-h/copj13.asp.jpeg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 311px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S46bSa2M9LI/AAAAAAAAAiU/-IDQhvKZdJ0/s320/copj13.asp.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444459740284122290" /></a><br /><br /><span style="font-style:italic;">Ce l'avevo con gli irlandesi. Volevo attaccarli dove si sentono più forti. La cultura.</span><br /><br />Un insieme di racconti accomunati da un unico tema: l'Irlanda e <span style="font-style:italic;">l'altro</span>. Sentirsi irlandese per un immigrato è un'impresa non da poco, e Roddy Doyle lo mette in luce con molta ironia e intelligenza. <br /><span style="font-style:italic;">"È difficile essere irlandese. [...] Non è mica come qui. [...] ...qui uno può essere afroamericano o nativo americano, un buon americano o un cattivo americano, un liberale americano o un</span> neocon<span style="font-style:italic;">, o chissà che cazzo americano. Ma sempre <span style="font-style:italic;">americano è. Non vuol dire che è meno americano. [...] In Irlanda no, invec</span>e. In Irlanda puoi solo essere meno irlandese degli altri. Come me, per esempio (...)"</span><br />I racconti sono molto diversi tra loro, alcuni più divertenti ("Cappuccio nero", ad esempio), altri più angoscianti ("La carrozzina"), altri più introspettivi ("Il nuovo compagno di scuola" e "Capisco"). Sono comunque uno spunto interessante se si vogliono comprendere alcuni importanti aspetti culturali dell'Irlanda, un paese dove "il diverso" salta agli occhi e la "purezza" irlandese si fonde con apertura e curiosità verso l'altro, in un paese tanto accogliente quanto pieno di contraddizioni.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-7093792690177428822010-03-02T11:57:00.002+00:002010-03-02T12:04:26.189+00:00Cacciatori nelle tenebre<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S4z9gl57oZI/AAAAAAAAAiM/18FH15Qcna8/s1600-h/8817017302g.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 274px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/S4z9gl57oZI/AAAAAAAAAiM/18FH15Qcna8/s320/8817017302g.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444004785956823442" /></a><br /><br />In realtà non si tratta di un libro, ma di un fumetto, i cui autori sono Gianrico Carofiglio (per la sceneggiatura) ed il fratello Francesco (per i disegni).<br />La storia ruota intorno a uno dei colleghi dell'avvocato Guerrieri (protagonista dei romanzi di Carofiglio), ovvero Carmelo Tancredi, capo della "sezione fantasma".<br />Lui e la sua cricca cercano il colpevole dell'omicidio di un uomo, coinvolto in violenze di bambini, videotape e combattimenti.<br />L'ho trovato molto avvincente, con un'unica (e non trascurabile) pecca: i disegni. Il tratto c'è, ma si vede che è acerbo, e a volte disturba. I protagonisti a volte cambiano fisionomia da una pagina all'altra!<br />Ma come lettura della buonanotte è comunque piacevole, e la mano di Gianrico di sente.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-67831491789515235882009-11-11T12:49:00.003+00:002010-03-04T15:03:03.480+00:00Una testa mozzata<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SvqzB71YF-I/AAAAAAAAAiA/HEUrTVoqo7k/s1600-h/9788860880826g.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 312px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SvqzB71YF-I/AAAAAAAAAiA/HEUrTVoqo7k/s320/9788860880826g.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5402827548807141346" /></a><br /><br />Il linguaggio di questo libro è volgarissimo, secondo me troppo; il troppo stroppia... però può essere colpa della traduzione. Parolacce come "'calatroia" scritte ogni due righe stridono moltissimo.<br />La storia non è neanche male: due ragazzi molto diversi scoprono di avere molte cose in comune, tra cui la voglia di scappare dalla loro soffocante contea scozzese, in una romantica fuga verso la Spagna. Il bello è l'atmosfera del nord del Regno Unito: rispetto all'Italia è un altro mondo, un'altra cultura, tutta da scoprire!<br />Il brutto? Molte cose, tra cui il linguaggio sopracitato e (forseforse) il finale un po' scontato.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-68991370816270195242009-10-24T10:47:00.004+01:002009-10-24T11:03:54.031+01:00La signora scompare<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SuLNyd_JdEI/AAAAAAAAAfg/yCE-PS_dkdk/s1600-h/The%2BLady%2BVanishes%2B15.jpeg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SuLNyd_JdEI/AAAAAAAAAfg/yCE-PS_dkdk/s320/The%2BLady%2BVanishes%2B15.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5396101570469917762" /></a><br /><br />Adoro questo film, ma ammetto di averlo sempre visto nella versione remake del 1979, con Cybill Shepherd (che a me non spiace affatto... sarà una questione affettiva!). Ho scoperto solo durante una lezione di cinema a Parigi che l'originale era di Hitchcock, del 1938 per la precisione. <br />La storia è semplicissima e ricca di inverosimiglianze (Hitchcock sosteneva che se voleva vedere la realtà era sufficiente andare in strada a fare una passeggiata: il cinema deve essere fiction, intrattenimento!). Una signora scompare su un treno, e tutti fanno finta che non sia mai esistita; la ragazza seduta davanti a lei se ne accorge e inizia una piccola indagine (assai raffazzonata a dire il vero, ma efficace). <br />Per essere un film di 71 anni fa è davvero scorrevole, e certe scene sono divertentissime! Adorabile, consigliatissimo!guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-46257165683403451092009-10-16T09:32:00.005+01:002009-10-16T10:13:38.461+01:00Baci rubati<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StgzXhDnsLI/AAAAAAAAAfQ/V-RYtclH_o4/s1600-h/truffaut+-+baisers+voles.png"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 194px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StgzXhDnsLI/AAAAAAAAAfQ/V-RYtclH_o4/s320/truffaut+-+baisers+voles.png" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5393117032879730866" /></a><br /><br /><span style="font-style:italic;">Que reste-t-il de nos amours?<br />Que reste-t-il de ces beaux jours? </span><br /><br />Terzo episodio della saga di Antoine Doinel (il secondo non sono ancora riuscita a procurarmelo): un altro spaccato della vita di questo ragazzo, ormai cresciuto e alle prese con l'amore e le responsabilità. Fa diversi lavori, da cui viene puntualmente licenziato, fino ad arrivare a fare il detective privato e ad innamorarsi dell'affascinante moglie di un cliente. <br />Memorabile una massima del suo capo: <span style="font-style:italic;">Il nostro lavoro è per il 10% aspirazione, per il 90% traspirazione. </span><br />Bellissime le immagini di Parigi, della Cinémathèque, di Montmartre. Ma ancora non trovare un capo e una coda mi ha disorientato. Questi film sono "tranciati" e ho la sensazione che Truffaut creasse apposta questo senso di incompletezza.<br />Ci si rivede al capitolo successivo!guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-61435318780499091522009-10-13T10:29:00.006+01:002009-10-16T10:13:27.249+01:00I quattrocento colpi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StRJX_0JmTI/AAAAAAAAAfI/YgWq3GvoTD8/s1600-h/l%C3%A9aud_400coups.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 212px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StRJX_0JmTI/AAAAAAAAAfI/YgWq3GvoTD8/s320/l%C3%A9aud_400coups.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5392015330485311794" /></a><br /><br />1959: stesso anno di Intrigo internazionale, altro mondo.<br />"Faire les quatre-cents coups" in francese vuol dire "combinarne di tutti i colori", mentre in italiano che io sappia non significa proprio una mazza.<br />Siamo in Francia, siamo in bianco e nero (più nero che bianco), e c'è un bambino molto indisciplinato... ho letto che il film è semi-autobiografico, e che va visto assieme ai suoi "seguiti", tutti interpretati dallo stesso attore nell'arco di 20 anni (sic!). Difatti la sensazione che si percepisce è di incompletezza, di taglio, come se fosse l'episodio di un telefilm.<br />Non mi ha emozionato e impressionato come Fahrenheit 451, ma mi ha ugualmente dato delle sensazioni fortissime. Truffaut profuma di cinemateca, di Parigi invernale, di ragazzi affascinanti col cappotto fuori dalla Sorbona... di locali fumosi dove servono solo vino scadente, di RER B e di sandwich beurre et fromage.<br />È la Francia per chi non si rassegna che il tempo sia passato, e per i nostalgici che come me ci hanno vissuto, anche se per poco.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-73603191932844451232009-10-10T13:53:00.006+01:002009-10-10T14:34:57.031+01:00Intrigo internazionale<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StCD2BJ8SlI/AAAAAAAAAfA/jl5IWveJoeY/s1600-h/Original-North-by-Northwest-alfred-hitchcock-1622996-653-418.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 205px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/StCD2BJ8SlI/AAAAAAAAAfA/jl5IWveJoeY/s320/Original-North-by-Northwest-alfred-hitchcock-1622996-653-418.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5390953718008793682" /></a><br /><br /><span style="font-style:italic;">la serie dei James Bond (...) rappresenta chiaramente una caricatura grossolana e poco abile di tutta l'opera di Hitchcock e più in particolare di</span> Intrigo internazionale. <span style="font-style:italic;">(François Truffaut)</span><br /><br />Credevo di averlo già visto, ma mi sbagliavo: con Hitchcock succede. Certe scene, certe inquadrature e location sono così famose da renderti qualsiasi suo film familiare.<br />Intrigo internazionale è un film di spionaggio, e Truffaut non scherza, è un ABC per qualsiasi regista si cimenti in questo genere; perché siamo nel 1959 e questo film ha tutto: lo scambio di persona, il nascondiglio sul treno, l'amore con la bella bionda (ma ambigua!), il cattivo enigmatico, la fuga con annesso strapiombo.<br />Certe scene di suspense sono stupende, come l'attesa di Cary Grant in mezzo al deserto, e anche le gag non mancano (vedi quella dell'ascensore, o meglio ancora quella all'asta!).<br />Ma d'altronde Hitchcock era un genio.<br />10 e lode.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-49647865862329748102009-10-05T11:01:00.003+01:002009-10-05T11:07:30.797+01:00La lunga notte del dottor Galvan<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SsnEQQRm0rI/AAAAAAAAAew/ny1cfe7NPEg/s1600-h/galvan_pennac.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 306px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/SsnEQQRm0rI/AAAAAAAAAew/ny1cfe7NPEg/s320/galvan_pennac.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5389054212651274930" /></a><br /><br />Carino. Frizzante e divertente. La storia di un medico che si trova faccia a faccia con un caso difficile, che gli cambierà la vita. <br />Ma valeva la pena stampare un intero libro per un solo racconto, mia cara Feltrinelli? <br />Va bene per chi, come me, è in convalescenza... oppure per un medico in pausa pranzo (si legge in un'ora!). Ma sicuramente Pennac ha scritto di (molto) meglio.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5859807173317718429.post-60131530036976444532009-10-03T12:28:00.003+01:002009-10-03T12:56:02.667+01:00La banda dei brocchi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/Ssc1uuQTAXI/AAAAAAAAAeo/9VA2OQz42JI/s1600-h/5f_32.JPG"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 313px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_7qZzO-MkJz8/Ssc1uuQTAXI/AAAAAAAAAeo/9VA2OQz42JI/s320/5f_32.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5388334555978727794" /></a><br /><br />Non è facile scrivere le mie impressioni su questo libro, su cui ho cambiato opinioni, idee e sensazioni pagina dopo pagina. <br />Rispetto a "La casa del sonno", dietro a cui c'è un progetto, una circolarità, una chiusura, qui, nonostante la cornice berlinese che apre e chiude il romanzo, secondo me la circolarità si perde, e il romanzo diventa più un insieme di momenti, più o meno intensi, della vita dei protagonisti. E molte questioni rimangono irrisolte, incomplete... forse questo completamento è affidato a "Il circolo chiuso", il seguito di questo romanzo. O forse è semplicemente voluto. Chissà!<br />Dentro c'è un po' di tutto: la storia inglese degli anni '70, le fabbriche, gli scioperi, i picchetti... l'Inghilterra "violenta e malinconica", le bombe dell'IRA, i Clash... ma tutto ciò fa solo da sfondo alla vita di un gruppo di ragazzi di Birmingham, alle loro storie quotidiane, al loro modo di vivere il presente, in una scuola per "fighetti", futuri giornalisti, manager, scrittori di successo. L'amore è vissuto come esperienza "extracorporea", le donne sono angeliche e dalle curve perfette. E il sesso è un'esperienza mistica, fantastica, o per altri semplicemente l'apertura di un mondo nuovo.<br />Un romanzo di formazione, sicuramente, di iniziazione. Un susseguirsi di momenti significativi e indimenticabili.<br />La scrittura di Coe è come al solito trascinante, anche quando non racconta niente. E l'ultimo capitolo, un flusso di pensieri del protagonista? 30 pagine senza mai un punto! Io neanche me n'ero accorta all'inizio, tanto mi ero lasciata trasportare!<br />Certo, la vita vale la pena essere vissuta anche per quei pochi momenti così importanti: <span style="font-style:italic;">ora che lei è tornata, c'è una specie di urgenza a proposito della vita</span>. E mi è venuto in mente che io, quell'urgenza, nella mia vita l'ho provata, intensa quanto quella del protagonista, e nessuno potrà mai togliermela, dovunque gli eventi mi portino.guhttp://www.blogger.com/profile/01058914960465683668noreply@blogger.com0