martedì 13 ottobre 2009

I quattrocento colpi



1959: stesso anno di Intrigo internazionale, altro mondo.
"Faire les quatre-cents coups" in francese vuol dire "combinarne di tutti i colori", mentre in italiano che io sappia non significa proprio una mazza.
Siamo in Francia, siamo in bianco e nero (più nero che bianco), e c'è un bambino molto indisciplinato... ho letto che il film è semi-autobiografico, e che va visto assieme ai suoi "seguiti", tutti interpretati dallo stesso attore nell'arco di 20 anni (sic!). Difatti la sensazione che si percepisce è di incompletezza, di taglio, come se fosse l'episodio di un telefilm.
Non mi ha emozionato e impressionato come Fahrenheit 451, ma mi ha ugualmente dato delle sensazioni fortissime. Truffaut profuma di cinemateca, di Parigi invernale, di ragazzi affascinanti col cappotto fuori dalla Sorbona... di locali fumosi dove servono solo vino scadente, di RER B e di sandwich beurre et fromage.
È la Francia per chi non si rassegna che il tempo sia passato, e per i nostalgici che come me ci hanno vissuto, anche se per poco.

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