sabato 3 ottobre 2009

La banda dei brocchi



Non è facile scrivere le mie impressioni su questo libro, su cui ho cambiato opinioni, idee e sensazioni pagina dopo pagina.
Rispetto a "La casa del sonno", dietro a cui c'è un progetto, una circolarità, una chiusura, qui, nonostante la cornice berlinese che apre e chiude il romanzo, secondo me la circolarità si perde, e il romanzo diventa più un insieme di momenti, più o meno intensi, della vita dei protagonisti. E molte questioni rimangono irrisolte, incomplete... forse questo completamento è affidato a "Il circolo chiuso", il seguito di questo romanzo. O forse è semplicemente voluto. Chissà!
Dentro c'è un po' di tutto: la storia inglese degli anni '70, le fabbriche, gli scioperi, i picchetti... l'Inghilterra "violenta e malinconica", le bombe dell'IRA, i Clash... ma tutto ciò fa solo da sfondo alla vita di un gruppo di ragazzi di Birmingham, alle loro storie quotidiane, al loro modo di vivere il presente, in una scuola per "fighetti", futuri giornalisti, manager, scrittori di successo. L'amore è vissuto come esperienza "extracorporea", le donne sono angeliche e dalle curve perfette. E il sesso è un'esperienza mistica, fantastica, o per altri semplicemente l'apertura di un mondo nuovo.
Un romanzo di formazione, sicuramente, di iniziazione. Un susseguirsi di momenti significativi e indimenticabili.
La scrittura di Coe è come al solito trascinante, anche quando non racconta niente. E l'ultimo capitolo, un flusso di pensieri del protagonista? 30 pagine senza mai un punto! Io neanche me n'ero accorta all'inizio, tanto mi ero lasciata trasportare!
Certo, la vita vale la pena essere vissuta anche per quei pochi momenti così importanti: ora che lei è tornata, c'è una specie di urgenza a proposito della vita. E mi è venuto in mente che io, quell'urgenza, nella mia vita l'ho provata, intensa quanto quella del protagonista, e nessuno potrà mai togliermela, dovunque gli eventi mi portino.

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